Settembre è il mese che più di tutti porta con sé quel sapore di ripresa e di progetti. Anche quando a scuola non si va più da tanto tempo, ha sempre l\’odore inconfondibile delle matite appena temperate e la fragranza dei quaderni da riempire.
È il mese dei piani, spunto perfetto per tornare a riflettere al piano del parto. Ne avevamo già parlato, del resto, quando abbiamo condiviso con voi qui l\’esempio di quello di Silvia. Ma le domande che ci mandate, unite ai tanti racconti che raccogliamo, ci hanno ricordato che c\’è ancora molto da dire. Ne parleremo questo mese, dividendo il tema in post diversi (e sappiamo che non è detto che settembre ci basti!).Quando abbiamo lanciato la questione nelle stories del nostro profilo su Instagram è emersa una domanda fondamentale (grazie @grace_g2002 per averla lanciata): \”Come si pone in relazione ai protocolli degli ospedali?\” Non si poteva partire da un punto migliore. Né più complesso. Soprattutto visto e considerato che non tutti gli ospedali lo richiedono o, addirittura, lo prendono in considerazione. Qualche ospedale lo prevede, e magari fa anche un vanto del proporre alle mamme un modello da compilare. Intenzione pregevole, senza dubbio, ma dai molteplici potenziali lati negativi se nel proporre le scelte si sostituisce l\’ascolto della donna verso se stessa e il suo bambino con una scansione meccanica di tutti gli aspetti pratici. Pensiamo ad esempio a quel modello che abbiamo incontrato tempo fa in un esclusivo ospedale privato che alla domanda: \”Vorrai toccare il tuo bambino in fase espulsiva?\” prevedeva tra varie risposte multiple anche le opzioni \”Sì vorrò toccargli la testa mentre esce\” e \”No ma vorrei uno specchio per vederlo.\” Della serie, forse si è perso il controllo nel cercare di far mantenere il controllo? Quindi ben vengano gli ospedali che prevedono un piano del parto, ma con la saggezza e la prudenza di non farlo diventare istantaneamente un protocollo.
Dal punto di vista pratico, i contenuti del piano del parto cambieranno ovviamente a seconda di dove sarete. Infatti lo step iniziale sarebbe scegliere dove partorire. E scegliere davvero. Che è cosa ben diversa dal fare quello che si è sempre dato per scontato senza questionare. Il post in cui ne abbiamo parlato e lo scaricabile per aiutarvi a fare la vostra scelta, li trovate qui.
Ma, come tutti i piani, quello del parto ha una funzione di guida più profonda e a volte la scelta del luogo diventa una scelta circolare con alcune opzioni del piano del parto che non si erano prese in considerazione prima di conoscerle.
La sua importanza, ovunque voi siate, non è solo e non tanto quella di dire agli altri ciò che desiderate (quello anche, ma viene dopo!) ma è capirlo davvero voi per prime. Al netto del folklore sociale che vi nominiamo sempre come primo vero ostacolo alla chiarezza. Le cose pratiche da includere sono molte ed essere travolte da una lista di crocette da mettere in modo più o meno consapevole è un rischio reale.
E allora, da dove cominciare?
Noi vi proponiamo di iniziare proprio dal valore del piano del parto. Che non è il suo valore legale (pressoché inesistente), né quello (reale o presunto) che gli attribuiranno in ospedale. È il Valore che ha per voi. Anzi, quello che ci mettete dentro voi.
Il piano del parto è un piano di viaggio. Un progetto di strada e di cammino. E, come sa chi ha sfogliato la copertina interna del nostro libro, \”Al timone ci sei tu.\” Potreste non sapere esattamente come sarà la strada, ma la meta, per una volta nella vita, è proprio bella chiara. E la meta non è un parto vaginale; la meta vera di quel piano non è la rivincita magari rispetto a un parto precedente; a dirla tutta la meta non è neanche il parto in sé. Il piano del parto è quel poco di pratico e pragmatico a cui possiamo pensare rispetto a una nascita. La meta è una nascita.
La. Nascita. Di. Mio. Figlio.
Il Piano Nascita, potremmo dire.
Fermarsi a vederla così, la vicenda, fa venire voglia di viverla come qualcosa di maestoso. È un pezzettino di vita che sarà alla base della nostra vita insieme. Anche grazie all\’usanza del Piano del Parto, importata dal mondo anglosassone, la nostra società ha lentamente smesso di considerare il parto stesso come una specie di buco nero nella relazione parentale. Stiamo lentamente smettendo anche di vederlo come quel buco in cui la mamma -povero essere di scarso intelletto dotato di un corpo fallace- poteva solo infilare la testa in silenzio, demandando ogni cosa a chi ne sa più di lei. Il Piano del Parto si è ritagliato un posto ufficiale in molti ambiti e pubblicazioni con l\’ottimo risultato di restituire -o almeno far percepire- un più reale coinvolgimento dei genitori.
E allora raccogliamola questa nuova prospettiva. Ma accogliamola radicalmente. Occupiamoci degli aspetti pratici e meccanici, certo, anzi con molta cura. Ma scegliamo da subito di farlo nello stesso modo in cui ci occuperemo degli aspetti pratici e pragmatici della nostra vita da genitori, quando sceglieremo come educarlo questo bambino che ci stiamo preparando a partorire: basando questi lati pratici sui nostri valori.
Individuiamoli. Scegliamo quali sono quelli per noi non negoziabili. E su quella base, procediamo nella nostra vita da genitori. A cominciare dal parto.
Desideriamo che il nostro piano del parto abbia valore. Costruiamolo sui nostri valori. E, ognuno con la lente dei propri, assicuriamoci di fare scelte e essere circondate da persone che li rispettino.
Ci sarà utile per ogni decisione dovremo prendere. Sarà una lente perfetta per valutare da chi farsi assistere. E mettersi al riparo da quel subdolo \”Nel mio ospedale non mi lasciano…\” che si sente veramente troppo spesso e che nessun adulto accetterebbe di subire in nessun ambito importante delle sue scelte genitoriali.
Qui, vi proponiamo una rosa dei nostri. Di quelli su cui tentiamo oggi di costruire il nostro essere madri e su cui -personalmente- costruiremmo un piano del parto. Sono valori che onoriamo personalmente e pretenderemmo rispettati da chi avesse l\’onore di assistere la nascita di un nostro figlio.
E tu, che valore dai al tuo piano del parto?