L\’importanza di prendersi quello che ci spetta (anche se è solo un pezzo di pane).
C\’è una cosa che ho sempre ammirato in mia suocera: non sa fare il muso. Ha i suoi momenti di rabbia, ma passano veloci come temporali estivi. Ha la capacità impressionante di ritrovare un sincero (veramente sincero!) sorriso dopo ogni scaramuccia. Sembra esente dal nervoso e dal fastidio che affliggono tante donne (perché dobbiamo ammetterlo, noi donne abbiamo un po\’ la tendenza a brontolare e ad avere quella puntina di acido di troppo. Non tutte, per carità! Io sì però, per esempio. E anche un\’amica o due).
Questa sua abilità – un superpotere in verità – non solo la rende più simpatica agli altri, ma le permette pure di viversi meglio la sua vita e – vista l\’età che ha e la sua forma smagliante – sono pronta a scommettere che ha un impatto positivo addirittura sulla sua salute.
Nell\’arco di più dieci anni, a seconda dei periodi, ho guardato a questo superpotere con occhi increduli, scettici, invidiosi, esasperati (ci sarà pure qualcosina che fa perdere le staffe pure a lei!*). Ma sul lungo termine quello che rimane è una semplice e totale ammirazione. Ma come piffero fa questa donna a non legarsi mai nulla al dito?
L\’altra mattina ho avuto una rivelazione, credo. Eureka! Ho capito: la moglie/madre/suocera zen si prende quello che (a suo parere) le spetta e non sta ad aspettare che sia qualcun\’altro a darglielo. Non si giustifica e non reclama. Prende per sè come dona agli altri. Questo le dà una serenità di base che la rende immune alle piccole provocazioni del quotidiano.
Adesso vi racconto: sembra banale ma, se come me, a volte vi sentite \”date per scontato\” (c\’è un post azzeccatissimo in inglese a riguardo) nella coppia/famiglia, potreste trovarci una perla.
Siamo in vacanza. Marito, bambini di 4, 2 è quasi 0,5 anni, suoceri ed io. Stiamo nella loro casa abbarbicata sulle colline fra ulivi e vigne.
Una mattina, mia suocera, il bebè ed io andiamo in paese \”per fare la spesa\”.
Quello che compriamo al supermercato non riempie nemmeno una borsa di nylon di taglia normale (si scusate. Abbiamo dimenticato la borsa di tela a casa…anche le buone abitudini vanno in vacanza, temo).
Però facciamo benzina, andiamo a comprare il pane nel panificio speciale dove lo fanno buonissimo, e ci aggiungiamo una buona focaccia \”per i bambini\” (ah i sacrifici che non si fanno per questi bambini!). Poi andiamo in farmacia a fare il pieno di creme e prodotti vari e lei passa dall\’estetista per una depilazione lampo.
Torniamo a casa ovviamente più tardi del previsto, ma con un significante bottino bipartito:
1. Noi siamo pienamente soddisfatte.
2. Marito e suocero, rimasti da soli per un\’ora e mezza con i bambini, sono esausti.
Se questa storia vi ricorda la vostra vita quotidiana, smettete pure di leggere: questo post non fa per voi, tornate a godervi i vostri superpoteri. Se invece come tante donne, avete la tendenza a privarvi dei piccoli piaceri della vita (il pane buono, la crema giusta) per il benessere comune, avrete probabilmente intuito dove sto andando a parare. Dandoci un\’oretta di pausa, questa scappatella mattutina ha permesso a mia suocera e a me di smaltire eventuali sacche di risentimento (\”Chi ha sparecchiato ieri?\” \”Chi si è alzato per consolare il duenne?\” \”Sì però, chi è che allatta?\” \”Chi si è dimenticato il caricabatterie?\”). Ma non solo. Ha anche dato ai nostri co-genitori e co-nonni un\’esperienza tangibile del lavoro che di solito facciamo e viene dato per scontato.
Il tutto senza un attacco frontale, senza una rimostranza, senza uno sbotto, senza un lamento. Il tutto lasciandoci tranquille e pure con qualche pelo in meno.
Credo che ci sia tanto da imparare da mia suocera quanto da una maestra di yoga: con naturalezza e leggerezza, possiamo imparare a inserire nelle nostre giornate piccoli momenti per noi. E non intendo concederci due ore di sport a settimana (delle sue corse nella foresta ci parlerà presto, speriamo, Cecilia). Intendo che allungare la strada per prendere il pane che ci piace dovrebbe essere altrettanto naturale che scegliere la maglietta del colore preferito di nostro figlio. È così che si scioglie l\’amaro inutile, è così che si rimane serene. (E quando si è mamme la serenità vale più dell\’oro – ne parleremo). E mentre noi siamo in strada, gli altri si accorgono della differenza che facciamo.
Voilà. C\’est facile!
#Silvia
* due giorni dopo l\’ho scoperto: aver preso l\’uscita sbagliata a una rotonda le ha strappato un sonoro \”Merde!\” e le ci è voluto un buon quarto d\’ora per ripigliarsi. Meno male: è umana anche lei!