BONDING – (Pt. 1)

Una storia di oche selvatiche

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Un\’oca selvatica – Cortesia di Melissa Bonnet

Quando si parla di bonding, si pensa a quel legame istintivo che si crea fra madre e figlio nella cosiddetta \”ora d\’oro\” dopo il parto. Si pensa all\’allattamento, alla cosiddetta genitorialità ad alto contatto, all\’attaccamento, allo sviluppo sociale e motorio del bambino, al suo sistema immunitario.

L\’idea del \”bonding\” è stata incorporata nei protocolli di molti ospedali, che oggi incoraggiano le mamme a prendere in braccio il loro bambino immediatamente dopo la nascita. Niente bagnetti, niente riposini, niente nido. Si inizia con il pelle-a-pelle e di tutto il resto si parlerà più tardi.

Che sia una moda?

Com\’è nata l\’idea che il contatto fisico nella prima ora di vita sia così importante per mamma e bambino?

Che studi sono stati fatti in proposito?

Oggi iniziamo a parlare di bonding (sarà un argomento molto lungo) e iniziamo con le oche selvatiche.


C\’era una volta a Vienna uno scienziato pazzo (è il caso di dirlo!) di nome Konrad Lorenz. Il Dr. Lorenz abitava in una bella casetta con giardino, nel giardino c\’era uno stagno e nello stagno nuotavano delle magnifiche oche selvatiche.

Il Dr. Lorenz aveva un acuto spirito di osservazione e si accorse che i pulcini appena nati, rimanevano molto vicini a mamma oca. Poi appena imparavano a muoversi, la seguivano ovunque.

Un giorno il Dr. Lorenz si disse: \”Cosa succederebbe se mi ci mettessi io, al posto di mamma oca?\”

Detto fatto, allo schiudere delle uova, si fece trovare pronto: lasciò metà dei pulcini a contatto con la loro vera mamma, e prese l\’altra metà con sé. Li vezzeggiò, li coccolò e, dopo qualche tempo, si mise a camminare e ad imitare il verso delle oche.

E i pulcini che erano con lui alla nascita lo seguirono.

Continuarono a seguirlo, anche in presenza della loro vera mamma oca, finchè non diventarono adulti. Si narra addirittura che lo accompagnassero nei vicoli di Vienna.

I pulcini che erano con la loro madre subito dopo la nascita continuarono invece a seguire lei, anche in presenza del Dr. Lorenz.

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Tre oche selvatiche e la loro mamma adottiva (Google Image)

Questa storia ci indica che (almeno per le oche) c\’è un periodo critico nel quale il contatto fisico con un individuo (generalmente la madre) si traduce in un legame particolare. Nel caso delle oche selvatiche, i pulcini seguono sistematicamente l\’individuo con cui si trovano alla nascita. È facile rendersi conto dei vantaggi di questo fenomeno per la sopravvivenza della specie: i piccoli si troveranno sempre in prossimità della madre, che potrà proteggerli e guidarli fino alla loro età adulta. Il Dr. Lorenz chiamò questo fenomeno \”imprinting\”.

Da qui a dire che sicuramente la cosa funziona anche per i piccoli d\’uomo il passo è lungo. Troppo lungo. Però quest\’idea dell\’imprinting ha messo la pulce all\’orecchio a tanti altri scienziati, fra cui Marlow e Bowlby, di cui parleremo prossimamente. Oggi quando ci si riferisce al legame tra madre e figlio nei mammiferi si preferisce parlare di bonding o di attaccamento, ma questo filone di ricerca è nato qui, a Vienna, tra le oche selvatiche. Esperimento oggi, osservazionr domani, si è capito che il contatto fisico alla nascita ha in effetti un\’importanza tutta particolare per lo sviluppo del piccolo.

Vuol dire che, se questo contatto non è possibile, madre e figlio non si ameranno? Certamente no.

Vuol dire che i genitori adottivi non possono amare i propri figli? Certamente no.

Vuol dire che la natura rende le cose più facili e piacevoli per mamme e bambini che hanno la fortuna di (\”non hanno la sfortuna di non\” sarebbe più appropriato) essere a contatto nelle prime ore dopo la nascita? Certamente sì.

I meccanismi del bonding sono molteplici e complessi: gli ormoni (l\’ossitocina, per nominarne uno) giocano un ruolo molto importante, l\’allattamento (o bottle nursing*, nei rari casi in cui l\’allattamento non è possibile) sono fondamentali, la preservazione di ambienti, odori, sapori, rumori naturali crea le condizioni ottimali alla creazione di un legame sul quale si fonderà non solo la relazione tra madre e bambino, ma addirittura la personalità del bambino stesso.

Quindi, moda o non moda, alla nascita di nostro figlio, concediamoci un bel pelle-a-pelle (anzi tanti!), ritardiamo docce e bagnetti (di giorni o settimane, non di ore. Che fretta c\’è?), chiediamo a parenti e amici di lasciarci un po\’ di intimità.

Nei prossimi mesi e anni le sfide, che – garantito – ci troveremo ad affrontare come genitori, ci imporranno di chiedere tutto l\’aiuto e il supporto che troviamo attorno a noi.

Iniziamo accettando quello che ci offre la natura.

Come le oche selvatiche.

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* il cosiddetto \”bottle nursing\” è la pratica secondo la quale si cerca di ricreare l\’aspetto psicologico dell\’allattamento anche usando il biberon per nutrire il piccolo

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