Immancabile come un tormentone estivo, torna il chiacchiericcio critico o festante intorno alle immagini della coppia reale che, 10 ore dopo il parto (anzi forse quest\’anno persino prima), presenta al mondo il nuovo nato.
Due anni fa, molto vagamente ispirate dall\’altra royal-baby con le sue immagini patinate, avevamo scritto questo post. Quest\’anno, le immagini della coppia sorridente ci hanno raggiunte, ovviamente. Ma con più forza e più clamore, sui socials, ci hanno raggiunte i commenti e le discussioni.
Perché sì la messa in piega – Perché no la messa in piega
Perché la pancia è coperta – Perché non è vero, la mostra
Perché i tacchi – Ma come non i tacchi
E così via…
Oltre a dimostrare quanto malamente molta gente impieghi il suo tempo libero, tutto questo chiacchiericcio ha ribadito una cosa che già si sapeva ma si preferisce sempre ignorare: quando si discute di donne, e di mamme ancor di più, sono sempre le donne le più accanite.
Oltre ai commenti, non sono mancate le immagini di dubbia ironia, che mettevano Kate accanto a qualche pugile malconcio con la scritta \”Kate dopo il parto – Io dopo il parto\”.
Il \”dibattito\”, se così vogliamo chiamare questo cicaleccio da cucina, si è spostato dall\’aspetto fisico all\’aspetto del parto, che molte di noi spesso purtroppo ricordano come un campo di battaglia. Come se non fosse possibile essere davvero così 7 ore dopo il parto. O se proprio fosse possibile, come se non fosse giusto mostrarlo. Non è mancata, ovviamente, quell\’acredine di cui noi donne siamo maestre: \”Io di certo non ho trascinato il mio grasso culo giù dalle scale per presentare il mio trofeo vaginale al mondo\”, commenta una giornalista su una pagina Facebook con oltre 90.000 followers britannici.
Ovviamente, dato che si vocifera che per tutti e 3 i figli abbia usato hypnobirthing, non c\’è sito o insegnante di hypnobirthing che non ne abbia rivendicato più o meno esplicitamente il merito o se non altro l\’onore. E così si è finiti, di nuovo, ad alimentare l\’idea che possa esserci una tecnica che rende possibile essere così a 7 ore dal parto. Hypnobirthing è un grande strumento, senza dubbio. Ma non è la tecnica grazie a cui Kate stava così. E dirlo o anche solo pensarlo è l\’esatto opposto di quell\’empower the women che ogni buona insegnante di qualsiasi corso preparto dovrebbe avere come colonna portante del proprio lavoro.
Ma tanto Kate lo sapeva, non ha certo bisogno che glielo diciamo noi: in una situazione come la sua, come la fai la sbagli. Immaginiamo per un attimo che si fosse mostrata sfatta, struccata, spettinata (come molte invocano in nome di non si sa quale autenticità). Crediamo davvero che le vocine critiche non si sarebbero levate? Ha fatto quello che la sua posizione imponeva e lo ha fatto con intelligenza. Lo ha fatto con dolcezza, guardando spesso il suo bambino, come a scusarsi di quel clamore.
Il parto è faticoso, ok. Ma siamo sicure che quei 3 giorni di degenza ospedaliera tanto normali in Italia siano davvero ciò di cui le mamme hanno bisogno? Il modello inglese sembrerebbe a prima vista un po\’ rude: se stai bene, 5 ore dopo il parto vai a casa, anche se sei la Duchessa. Ma a casa poi ricevi le visite regolari dell\’ostetrica… e soprattutto, hai il diritto di essere stanca senza il lato più o meno inconscio di sentirti malata. E non è cosa da poco. Anzi, per chi -come Kate peraltro- ha figli grandi a casa, la lontananza da loro può essere un vero freno per l\’allattamento.
Come ha commentato la doula Alessandra, nostra Educatrice siciliana, a cui rubiamo queste righe: \”Le critiche alla mamma del giorno sono la cifra di quanto la violenza ostetrica sia istituzionalizzata, e di quanto sia ritenuto \”normale\” essere rese inabili per giorni dopo una nascita. Io non ho colto aspettative di \’essere al top\’, mi spiace, anche perché -per le appassionate di critiche- cinque minuti e poi a casa non mi pare proprio \’vita mondana\’. Piuttosto mi sembra un bel messaggio da mandare alle donne, e cioè che dopo un parto rispettato, si risplende e ci si sente bene. Così è.\”