Partiamo da lontano. Prima, molto prima, di avere un bimbo da portare a casa. Prima, molto prima di decidere se ci rispecchi/soddisfi/serva di più un parto naturale, un cesareo, un\’epidurale o quant\’altro. Prima di quei nove mesi con le loro meravigliose ambivalenze. Prima di quella pancia che cresce, molto nostra e un poco estranea. Prima di definirci per sempre come mamma e papà.
Prima di tutto: non c\’è niente. Dentro l\’utero non c\’è NIENTE. Il vuoto.
E in quel niente nove mesi dopo c\’è un essere umano intero. Minuscolo, certo, ma tutto INTERO.
A pensarci bene bene e visualizzarlo per davvero, quel cosino che dal nulla diventa un bimbo intero fa venire le vertigini.
A partire da un minuscolo grumo organico il corpo di una mamma è in grado di formare una piccola manina perfetta, con tutte quelle ossa che nessuno si ricorda mai. Almeno 27, pare: 27 ossa, ognuna diversa. E le unghie, di una composizione ancora differente. E anche un naso. Ed un cervello, che ci ricordi di non infilarci le dita.
E tutto il resto del corpo a cui quella manina servirà per allungarsi verso il mondo.
Tutto.Il.Resto.Del.Corpo.
Cuore, polmoni, ogni singola minuscola fibra di tessuto di organi interni, esterni e tutto ciò che li connette e fa funzionare…
Seriamente, che si scelga di riferirsi a Dio, Natura o Ammasso Casuale di Atomi (che se anche è casuale una maiuscola a sto punto se la merita) poco importa: è e resta assolutamente impressionante.
La domanda vera, quella cui è urgente dare risposta logica è: e dopo aver fatto tutta sta fatica, l\’Ammasso Casuale di Atomi (Dio, la Natura o la Fata Turchina, ognuno scelga per sé) non ha fornito una degna via di uscita all\’altezza della situazione?