
Un parto positivo non è la pretesa irresponsabile di genitori fantasiosi. Non c’entrano per forza gli hippies, i tatuaggi all’hennè e la placenta fritta. Un parto positivo non è neanche necessariamente un parto naturale.
Un parto positivo è, come tutte le esperienze positive della vita, qualcosa che si ricorda con piacere e senza rimpianti. Anche quando, come la vita, non va esattamente secondo i piani.
Lontano dall’evento necessariamente doloroso e sempre allarmante che gli ultimi 80 anni, contro ogni logica naturale, ci hanno abituati a considerare normale: un parto positivo è quello a cui il nostro bambino è preparato e quello che lo prepara al meglio alla vita.
Un parto positivo accompagna i genitori per mesi e anni, come un dolce eco (non solo psicologico ma anche fisiologico), nel compito più duro e delicato che un essere umano possa affrontare: educare un bambino.
Il parto positivo è semplicemente un parto al quale non ci si accontenta di sopravvivere con il proprio bambino. Un parto in cui tutti i coinvolti sappiano e vogliano vegliare anche al mantenimento delle condizioni ottimali affinché madre e figlio possano prosperare.
Oggi abbiamo la conoscenza e gli strumenti per farlo.
Non c’è nulla di più meravigliosamente normale di una nascita. Preserviamo la normalità.
Preserviamo la meraviglia.