Hypnobirthing: c’è chi ne parla come di una tecnica efficace. Chi lo vende come l’ultima innovativa trovata importata da oltremare. Intanto è certo che qui in UK sono più di 15 anni che si usa per i suoi molteplici pregi di efficacia. Ma qualcuno inizia anche a storcere il naso, per alcuni lati meno positivi collegati in particolare al modo in cui in molti lo trasmettono alle mamme. Ma cosa c’è di vero?
Se vi state chiedendo se Hypnobirthing sia per voi non avete bisogno dell’opinione di nessuno, neanche la nostra. Avete bisogno di fatti. Quindi oggi sono proprio questi che mettiamo a vostra disposizione, con 6 studi pubblicati sul tema Hypnobirthing.
Il 21 marzo è stata la prima Giornata Internazionale dell’Hypnobirthing, a ricordarci che è una pratica sempre più diffusa. Abbiamo festeggiato questa giornata Internazionale anche noi, che dell’Hypnobirthing prendiamo molto anche se da subito abbiamo sentito che non ci bastava. Ne apprezziamo tanto la potenziale efficacia e Cecilia che lo ha provato personalmente sa bene (anche grazie al paragone con un parto precedente, sempre naturale e positivo ma decisamente diverso) quanto possa essere potente. Ma noi vogliamo anche dirvi che in realtà non funziona.
Davvero. Non funziona. Per il semplice fatto che non può funzionare. Così come un martello non può funzionare, finché non c’è qualcuno che lo usa. Nel modo giusto. Ed è proprio in quell’uso -sia da parte di chi lo propone che di chi lo utilizza- che sta la sua potenza.
Cosa ci dicono le ricerche, in costante aumento ma ancora in corso, su questa pratica in giro per il mondo? Raccogliamo per voi un po’ di fatti. Concreti e scientifici come piacciono a noi. Ve li raccontiamo sinteticamente in linguaggio semplice e che possibilmente vi tenga sveglie fino alla fine del post (se volete tecnicismi e gergo scientifico leggete pure le ricerche originali, che ovviamente vi citiamo e linkiamo per intero). Cosa ci dicono? Hypnobirthing funziona? Ci può servire? È uno strumento potente?
- Downe et al., 2015: Studio sulla gestione del dolore in donne in attesa del primo figlio. Un gruppo è stato seguito in modo canonico da pubblica sanità inglese. All’altro gruppo sono stati offerti due incontri di auto-ipnosi di 90 minuti e ascolto quotidiano di Cd di rilassamento auto-ipnosi.
- RISULTATO: Nessuna riduzione statisticamente rilevante nell’uso dell’epidurale.
Hypnobirthing ha a che fare molto genericamente con una forma di autoipnosi: la stessa che applichiamo inconsapevolmente ogni sera quando ci addormentiamo normalmente o che può scattare all’apice quando facciamo l’amore (anche se quello forse non ogni sera purtroppo). Ma l’autoipnosi da sola è poca cosa e Hypnobirthing invece un approccio molto più ampio: e infatti il numero di persone che non ha richiesto l’epidurale in questa indagine è stato lo stesso del gruppo generico.
Un altro gruppo di ricercatori, nel 2009, ha condotto un esperimento simile. E, di nuovo, Hypnobirthing non ne è uscito molto bene.
- Fisher et al., 2009: Ricerca comparativa su due gruppi di donne, con e senza Hypnobirthing.
- RISULTATO: Maggiore sicurezza percepita dopo il corso per il gruppo di Hypnobirthing, ma inferiore percezione delle proprie capacità al momento del parto. Nessuna differenza riportata tra i due gruppi in termini di punteggio Apgar del neonato, utilizzo dell’epidurale e altre componenti del parto.
Che tradotto vuol dire: le donne del gruppo con Hypnobirthing si sono sentite più pronte prima, ma la realtà non è stata all’altezza delle aspettative. Hypnobirthing effettivamente può avere il merito e il risultato di farci sentire più positive e preparate, e questa è una gran cosa; ma di nuovo, non basta.
- Duncan et al, 2016.: Studio sull’efficacia di corsi di accompagnamento al parto basati sulla mindfulness in donne in attesa del primo figlio. Due gruppi di donne di vario background etnico e demografico: un gruppo è stato seguito in modo standard mentre all’altro sono stati offerti due giorni di corso di accompagnamento al parto basato sulla mindfulness.
- RISULTATO: Rispetto all’altro gruppo, le donne che avevano usufruito dell’approccio basato sulla mindfulness hanno mostrato: 1) Maggiore autonomia al parto 2) Meno sintomi depressivi subito dopo il parto e nelle settimane successive 3) Lo stesso uso dell’epidurale
La connessione mente-corpo come parte dell’approccio, della consapevolezza e degli strumenti di chi insegna oltre che di chi partecipa a un corso pre-parto, può fare veramente la differenza nell’esperienza di mamma e bambino. L’impatto sull’umore post-parto e sui sintomi depressivi nella mamma è particolarmente degno di nota. Perché preparare un parto positivo è importante: ma non tanto e non solo per il parto in sé. Un buon parto prepara a tutto quello che viene dopo. Resta il fatto che per gestire il dolore la mindfulness da sola non sembra molto più potente delle normali competenze medie di un gruppo di donne.
- Imannura et al., 2018: Gli autori di questa recentissima ricerca hanno scelto di misurare il livello di ansia al momento del parto in un gruppo di mamme preparatesi normalmente e un gruppo che aveva partecipato a un corso di Hypnobirthing.
- RISULTATO: Il livello di ansia nel gruppo di donne preparate con corso tradizionale è stato misurato in media a 51.60. Nel gruppo di donne che avevano partecipato a un corso di Hypnobirthing il livello di ansia medio era 41.33. La differenza è considerata statisticamente significativa (p=0.003).
Uno dei grandi problemi di molti corsi pre-parto (come quelli nella nostra top 3 dei peggiori), è che sopra alle paure tipiche delle donne in attesa costruiscono castelli di parole. Ma scendere là sotto dove la paura si annida e scioglierla in una consapevolezza reale è cosa più sottile. E in questo, decisamente, un Hypnobirthing presentato con intelligenza, è profondamente efficace e queste statistiche lo dimostrano.
Cominciamo a vedere un filo rosso in questi studi no? Con quanto più l’indagine si basa sulla misurazione quantitativa dell’efficacia di un metodo, tanto meno quell’efficacia sembra dimostrata.
Quando invece la ricerca è più ampia, e soprattutto quando appare chiaramente che il percorso di Hypnobirthing offerto è completo e di qualità comprovata, le cose cambiano. E i numeri iniziano a essere significativi. È il caso di queste due ricerche comparative che vi presentiamo qui, una dall’Inghilterra, l’altra dall’Australia.
- Lycett, 2012. Il Royal Wolverhampton Hospitals NHS Trust ha portato avanti un’indagine comparativa tra le esperienze di parto di un gruppo di mamme che avevano utilizzato Hypnobirthing e un gruppo di mamme nella popolazione generale.
- RISULTATO: Nel gruppo di mamme Hypnobirthing si è notato un considerevole aumento statistico dei parti naturali (+20%!) e una notevolissima riduzione degli interventi di emergenza, più che dimezzati. A riprova del fatto che una mamma rilassata e consapevole non ha la certezza che tutto andrà per il meglio, ma certamente mette il proprio corpo nelle condizioni per lavorare al meglio.

- Phillips-Moore, 2010: Questo studio, tra i più ampi e trasversali disponibili, ha comparato un campione di mamme che abbiano partecipato a un corso completo di HypnoBirthing Mongan Method (10 ore minimo di corso) tra il 2008 e il 2009, e le mamme nella popolazione generale.
- RISULTATI: La durata media del travaglio e del parto è risultata considerevolmente minore nel gruppo che aveva usufruito di Hypnobirthing. Sono risultati inoltre inferiori sia il numero di interventi cesarei che l’uso di epidurale. Inoltre, ed è davvero una cifra considerevole, oltre il 50% delle mamme del gruppo HypnoBirthing non ha avuto bisogno di alcun tipo di supporto per gestire il dolore, contro il 10% della popolazione generica.

CONCLUSIONI NOSTRE:
La maggior parte delle ricerche specifica quale approccio o scuola di Hypnobirthing sia stata seguita. Purtroppo non è specificato in tutti i casi.
Resta difficile parlare genericamente di Hypnobirthing, dal momento che -come qualsiasi altra cosa dallo yoga alla matematica- molto dipende dall’approccio, formazione e mentalità di chi lo insegna.
Gli studi riportati, nel bene e nel male, sono abbastanza limitati, soprattutto nei termini dei numeri dei partecipanti, ma le oscillazioni statistiche di alcuni elementi sono davvero significative.
La potenziale efficacia di Hypnobirthing è proprio il fatto di non potersi ridurre a una tecnica. È l’insieme di elementi che supportano lo stato di rilassamento profondo, e che iniziano dentro la mamma, a fare la differenza. E il modo in cui chi guida il percorso sa riattivarli.
Insomma, Hypnobirthing funziona quando la mamma è messa in condizione di scoprire le proprie competenze e usarle al meglio: è se stessa alla massima potenza. Come ci ha scritto una nostra saggia mamma, commentando l’articolo in cui finalmente la rivista dei pediatri Uppa ha nominato l’Hypnobirthing: “Al solito… che sia la tecnica a ridurre il dolore…non la consapevolezza che si vive durante il percorso!”
È una sfida costante anche nel nostro lavoro, sia quando prepariamo le Formazioni e scegliamo accuratamente gli elementi di Neuroscienze da abbinare a Hypnobirthing, sia quando siamo di fronte alle mamme: trovare l’equilibrio tra l’offrire spunti, strumenti e informazioni e il permettere a ciascuno di trovare i propri.
Quindi Hypnobirthing funziona? Sì, se al centro ci sei tu; con il tuo bambino e chi vi accompagna.